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Il futuro dei siti produttivi Stellantis

Messaggio aggiunto da AleMcGir,

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Inviato
17 minuti fa, Graziano68dt scrive:

Il futuro di cassino era legato mani e piedi a quello di Giulia e Stelvio nel 2016.

Purtroppo è un segreto di pulcinella che dopo il declino nei volumi di vendita delle due Giorgio, quello stabilimento sarebbe stato abbandonato.

Se si voleva salvare cassino lo si doveva fare quando era ora, nel 2017/18.

Quando si doveva decidere cosa farsene della linea parallela dove si assemblava la Giulietta(che fino al 2018 40/50k pezzi l'anno li faceva stabilmente).

Tutti si sono voltati dall'altra parte in pieno stile "chissenefrega, tanto la vita va' avanti", e la proprietà non si è fatta problemi a tagliare quella linea, lasciando giusto il contentino della Grecale(che a sua volta ha dovuto sostituire ben 2 auto più grandi, Ghibli e Levante).

Io non credo che quello stabilimento avrà futuro, non con Stellantis.

18 minuti fa, Graziano68dt scrive:

Il futuro di cassino era legato mani e piedi a quello di Giulia e Stelvio nel 2016.

Purtroppo è un segreto di pulcinella che dopo il declino nei volumi di vendita delle due Giorgio, quello stabilimento sarebbe stato abbandonato.

Se si voleva salvare cassino lo si doveva fare quando era ora, nel 2017/18.

Quando si doveva decidere cosa farsene della linea parallela dove si assemblava la Giulietta(che fino al 2018 40/50k pezzi l'anno li faceva stabilmente).

Tutti si sono voltati dall'altra parte in pieno stile "chissenefrega, tanto la vita va' avanti", e la proprietà non si è fatta problemi a tagliare quella linea, lasciando giusto il contentino della Grecale(che a sua volta ha dovuto sostituire ben 2 auto più grandi, Ghibli e Levante).

Io non credo che quello stabilimento avrà futuro, sicuramente non con Stellantis.

Mutatis mutandis, io nemmeno in piena epoca Romiti ricordo un tale disinteresse per il prodotto automobile da parte di un produttore di automobili.

I disastri tremendi coi modelli elettrici congelati sono solo una frazione del problema: hanno preso per buono tutto ciò che gli era stato promesso.

Ma il non preoccuparsi di dare un seguito a quei modelli che stavano faticosamente dando un ritorno d'immagine e di fiducia, è da gente che vuole chiudere per occuparsi d'altro.

Breve OT: questa foto proviene dal profilo Facebook di Alessandro Borghese (che non ha nessuna colpa ovviamente).

Vedere il circuito del Lingotto conciato in quella maniera (prego ammirare i graffiti sul muretto di cinta) è qualcosa che va oltre la noncuranza.

Credo abbia più a che fare con un disprezzo della propria storia di costruttori di automobili.

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Inviato
Adesso, Graziano68dt scrive:

Il futuro di cassino era legato mani e piedi a quello di Giulia e Stelvio nel 2016.

Purtroppo è un segreto di pulcinella che dopo il declino nei volumi di vendita delle due Giorgio, quello stabilimento sarebbe stato abbandonato.

Se si voleva salvare cassino lo si doveva fare quando era ora, nel 2017/18.

Quando si doveva decidere cosa farsene della linea parallela dove si assemblava la Giulietta(che fino al 2018 40/50k pezzi l'anno li faceva stabilmente).

Tutti si sono voltati dall'altra parte in pieno stile "chissenefrega, tanto la vita va' avanti", e la proprietà non si è fatta problemi a tagliare quella linea, lasciando giusto il contentino della Grecale(che a sua volta ha dovuto sostituire ben 2 auto più grandi, Ghibli e Levante).

Io non credo che quello stabilimento avrà futuro, sicuramente non con Stellantis.

Il problema è che già nel 2017 la linea parallela ove si produceva la Giulietta non rendeva una mazza..la Giulietta si vendeva un tanto al Kg.

in versione turbo 1,4 gpl 120 cv o turbodiesel 1,6 sempre da 120 cv a Km. 0.... le versioni più performanti e costose con maggiore valore aggiunto, almeno in Italia ( mercato primario ) non vendevano nulla.

Da anni ormai , purtroppo nel nostro ( ex ) bel paese si possono produrre solo Ferrari e Lamborghini, non contiamo più nulla e continuamo a far finta di non capirlo e ci prendiamo in giro da soli.

Inviato

Anche per me Cassino è ad altissimo rischio di chiusura come Poissy e Madrid.

Sarebbe meglio una riconversione sul settore difesa o una cessione a un costruttore straniero.

I pochi volumi che faranno le future stla large potrebbero essere prodotti in un’altra fabbrica italiana sotto capacità o negli USA.

E lo scrivo con tantissima amarezza di fronte alla pessima gestione stellantis

Inviato
35 minuti fa, Marco1975 scrive:

Anche per me Cassino è ad altissimo rischio di chiusura come Poissy e Madrid.

Sarebbe meglio una riconversione sul settore difesa o una cessione a un costruttore straniero.

I pochi volumi che faranno le future stla large potrebbero essere prodotti in un’altra fabbrica italiana sotto capacità o negli USA.

E lo scrivo con tantissima amarezza di fronte alla pessima gestione stellantis

Io ero stato uno dei primi mesi fa a quotare la riconversione di Cassino a polo militare su input di Leonardo(Iveco Defence).

Non a caso poco tempo fa(fine novembre) era uscita questa notizia:

«Produzione militare nel sito Stellantis». La "riconversione" di Cassino è un caso

Il sindaco che conferma, le due società interessate che smentiscono nettamente e parlano ad Avvenire di «fake news». È un caso la possibile riconversione verso produzioni militari di una parte del sito Stellantis di Cassino, in un momento in cui già in altri Paesi europei, come la Germania, aziende come Volkswagen potrebbero indirizzare alcuni siti lungo questo percorso. A Cassino la produzione di auto è in calo verticale e non si contano più le giornate di cassa integrazione. Che fare, dunque? Gioacchino Ferdinandi, sindaco di Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone, ha parlato domenica in un post su Facebook, poi ripreso dall’agenzia Ansa, della possibile riconversione di una parte del sito Stellantis di Cassino «verso produzioni strategiche, in particolare del settore della Difesa, con un ruolo diretto di Leonardo». «L'ipotesi sta trovando conferme concrete», aveva chiosato il primo cittadino. Interpellate, dalle due società citate è arrivata però ieri una secca replica: «Non c’è niente di vero, sono fake news».

Nel suo post il sindaco Ferdinandi aveva evidenziato che «la nascita della joint venture Leonardo-Rheinmetall, la definizione dei programmi Mbt e Aics per l'Esercito italiano ed il progressivo ridimensionamento delle aree produttive Stellantis Cassino Plant rendono sempre più chiaro che il nostro territorio è coinvolto in una fase di trasformazione industriale profonda. La prospettiva di destinare parte dello stabilimento di Piedimonte San Germano alla produzione di veicoli militari rappresenta un cambio di paradigma per l'area del cassinate». Già perché la questione dell’occupazione è tutt’altro che secondaria in un territorio in cui le alternative produttive non sono moltissime. Nell'impianto Cassino Plant sono state prodotte storicamente auto del segmento medio di Fiat, con il passaggio alle produzioni premium con la nascita di Fca. Oggi a Cassino – 2.400 i dipendenti, senza contare l’indotto – vengono prodotte la Maserati Grecale e le Alfa Romeo Giulia e Stelvio con volumi che consentono di concentrare la produzione su un'unica linea ed un solo turno. Molti degli spazi dello stabilimento sono inutilizzati e sono stati messi in vendita. Per Ferdinandi, la conversione verso la produzione di veicoli militari «non è un passaggio semplice. È un cambiamento che si inserisce in un contesto europeo complesso, che pone interrogativi politici e strategici. Ma è anche una transizione che può restituire lavoro, stabilità e nuove competenze ad un territorio che sta pagando da anni la crisi dell'automotive».

Nello smentire le dichiarazioni di Ferdinandi, da Leonardo sottolineano però quanto automotive e difesa siano «due settori profondamente diversi», uno basato sulla catena di montaggio, l’altro su una manifattura di precisione con un livello hi tech difficilmente paragonabile con quello di altri comparti. Anche solo per la formazione dei lavoratori, viene fatto notare da fonti della società, servirebbe un lavoro enorme. Secondo un rapporto diffuso a ottobre da Fim-Cisl, nei primi nove mesi del 2025 la produzione Stellantis a Cassino ha toccato il minimo storico, con 14.135 unità prodotte, pari a un -28,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, nelle scorse settimane ha nuovamente rassicurato sulla centralità dell’impianto, per il quale però non sembrano esserci facili soluzioni.

Dopo la smentita di Stellantis e Leonardo, il sindaco Ferdinandi ha confermato ieri ad Avvenire quanto scritto su Facebook: «A quanto mi risulta, i tedeschi di Rheinmetall, dopo la joint venture con Leonardo, sono seriamente interessati al sito Stellantis di Piedimonte, per impiantare qui una parte di quel 60% della produzione che intendono spostare in Italia, soprattutto per i veicoli militari. Ho partecipato a diversi incontri al ministero delle Infrastrutture e questa “cosa” è venuta fuori varie volte, già da un anno. Ripeto, per le notizie che noi abbiamo, da fonti ministeriali, questo interesse c’è e, trattandosi di veicoli, potrebbe essere interessata anche la Iveco».

Ferdinandi non è in grado però di confermare trattative in corso, «anche perché, a noi come Comune nessuno deve chiedere niente: tutta l’area, circa 220 ettari, è infatti di proprietà Stellantis. Ma è un dato di fatto che gran parte di quei capannoni ora sono vuoti, soprattutto dopo la crisi dell’elettrico del 2022. Sul tappeto di questo territorio c’è tutta la partita della riconversione dell’automotive e c’è un grande interesse per un’area che ha un grande potenziale logistico, basti pensare all’interconnessione ferroviaria che ha pochi eguali nel resto d’Italia. Ecco, per quanto ne so la Rheinmetall è interessata soprattutto a questo aspetto. E poi qui due anni fa è già arrivata la Power4Future, di Fincantieri, per produrre batterie al litio, e di fatto la trasformazione dell’area industriale è già iniziata. E ora potrebbe andare avanti».

Il ruolo di cassino nella costruzione delle prossime Alfa verrà preso probabilmente da Mirafiori(linea AR/Maserati+Linea 500).

53 minuti fa, nino175 scrive:

Il problema è che già nel 2017 la linea parallela ove si produceva la Giulietta non rendeva una mazza..la Giulietta si vendeva un tanto al Kg.

in versione turbo 1,4 gpl 120 cv o turbodiesel 1,6 sempre da 120 cv a Km. 0.... le versioni più performanti e costose con maggiore valore aggiunto, almeno in Italia ( mercato primario ) non vendevano nulla.

Da anni ormai , purtroppo nel nostro ( ex ) bel paese si possono produrre solo Ferrari e Lamborghini, non contiamo più nulla e continuamo a far finta di non capirlo e ci prendiamo in giro da soli.

Con questa storia di rendeva un tanto al kg in Italia ci sono rimaste solo produzioni da poche migliaia di pezzi l'anno e tanta CIG a carico dei contribuenti.

Su Giulietta e sul mancato rinnovamento c'è stata molta miopia, in parte corretta con un ricarrozzamento su base Jeep Avenger.

Oltre a pensare alla macchina in sè, bisognava anche pensare a come venderla, ma non era solo Giulietta la vittima.

Nell'automotive nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si ricarrozza.

Inviato

Ne riparliamo tra 3-6 mesi quando Filosa annuncerà la chiusura o la cessione … credete sul serio che uno stabilimento può vivere di 2-4 modelli che insieme al massimo faranno 40.000 pezzi l’anno ?

Inviato

7 ore fa, Yakamoz scrive:

Breve OT: questa foto proviene dal profilo Facebook di Alessandro Borghese (che non ha nessuna colpa ovviamente).

Vedere il circuito del Lingotto conciato in quella maniera (prego ammirare i graffiti sul muretto di cinta) è qualcosa che va oltre la noncuranza.

Credo abbia più a che fare con un disprezzo della propria storia di costruttori di automobili.

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Ehm.... L'accesso alla pista non è proprio libero....

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