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--- nato da una costola dell'argomento "dettagli automobilistici curiosi" ---

 

Esiste un’auto, anzi un’intera gamma di auto di un costruttore, che è piena zeppa di "dettagli curiosi".

 

Ve ne parlo volentieri, ma faccio una doverosa premessa: non so di cosa sto parlando!!!

 

Sì, nel senso che quando ne ho scoperto l’esistenza, anni fa, ne sono rimasto stregato e ho cercato più informazioni possibili, e soprattutto più immagini possibili; ma non le ho mai viste dal vivo (né tantomeno guidate, ovviamente).

 

Queste macchine per me sono come Unicorni.

 

Parlo delle TVR dei primi anni 2000.

 

In particolare, delle mie due preferite: Tuscan e Tamora.

 

Veniamo ai dettagli.

 

Da dove parto? sono imbarazzato… lancio di dadi…

 

Bene, partiamo da Tamora! e lasciamo per dopo i fuochi d’artificio di Tuscan!

 

Eccola:

 

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Tamora era la roadster della gamma TVR.

 

E allora partiamo proprio dal tettuccio.

 

Il tettuccio è in tela, sì, ma diverso da qualsiasi altra decappottabile. E’ composto da due pezzi separati: la parte sopra l’abitacolo è rigida (cioè non pieghevole), e smontandola si può riporre nel bagagliaio1.

 

La parte posteriore, che praticamente è la "cornice" del lunotto, invece è ancorata alla carrozzeria alla propria base come sulle altre cabriolet, ma può restare sollevata con effetto "targa" (ved. immagini sopra, esemplare viola), oppure essere ripiegata alle spalle dei sedili (lunotto pieghevole, non in vetro); quando è sollevata, è sostenuta da due bei braccetti in alluminio, volutamente non nascosti tra le pieghe del tessuto, ma che anzi restano in bella vista attraverso il lunotto.

Questa parte è inoltre dotata di plafoniera.

 

Ulteriore particolarità di questa capote: può sostenere un portapacchi (o almeno… qualcuno lo ha fatto, ecco la prova)!!!

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nota 1: a proposito di bagagliaio, un altro particolare curioso: al suo interno è nascosto il tappo per il rifornimento di carburante... Per non “sporcare” la linea molto semplice e “pulita” della carrozzeria1-bis!

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nota 1-bis: e sempre per lo stesso motivo della pulizia estetica, l’auto non ha neanche le maniglie apri porta; la loro funzione è svolta da un pulsante1-ter, situato sotto gli specchietti retrovisori esterni, che fa scattare la serratura elettrica (come nelle altre auto accade al portellone posteriore).

 

nota 1-ter: guardate bene l’interno delle portiere, e ditemi dove si trovano le maniglie interne apri-porta.

Non le trovate? Certo! perchè sono state sostituite anche in abitacolo da due anonimi pulsanti: si trovano ai lati dell’autoradio, sulle mostrine d’alluminio (insieme ad altri pulsanti)!!!

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A proposito di abitacolo: linee esotiche2, tunnel immenso, profusione di pelli e alluminio, tutto costruito artigianalmente, a mano, senza prendere in prestito piccola componentistica da altre Case: pulsanti e levette sono tutti fatti in casa, in alluminio. Tranne che per le bocchette dell’aria.

 

nota 2: le linee degli interni si basano sullo stesso gioco delle linee esterne: linee semplici ma con superfici che tendono a “intrecciarsi”, o meglio intersecarsi le une con le altre, come nel tipico taglio anteriore delle portiere, “firma” di tutte le TVR dell’epoca (e anche del decennio precedente).

 

Tornando agli esterni: nella Tamora, la stesso gioco delle superfici che si intersecano (mi viene in mente un paragone con le… placche tettoniche),  lo si trova alla base del parabrezza, dove la carrozzeria  non "finisce" dove inizia il coperchio del cofano motore,  ma gli scivola al di sotto, abbracciando il propulsore.

 

Qui, altri particolari interessanti sono le feritoie per arieggiare il vano motore, sia nella zona in cui il cofano è incernierato (anteriormente), sia in zona base del parabrezza, dove la presa d’aria è asimmetrica.

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(continua...)

Modificato da savio.79

 

 

 

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(prosegue...)

NB: l'editor dei messaggi successivi a quello d'apertura non mi permettere di usare le cifre in apice per le note: indicherò quindi nota x in corsivo tra parentesi. Spero che la lettura e la comprensione non ne risultino compromesse.

 

Passando al posteriore, oltre alla pulizia delle linee e alle superfici levigate, balza agli occhi la parte inferiore: nella zona dove le altre auto hanno un estrattore (vero o finto che sia), la Tamora ha quello che sembra essere un grosso spoiler rubato al baule di un’altra macchina e piazzato lì sotto, dopo averlo abbellito con un “dentino” centrale!

A cosa serve quest’ala sospesa sotto la coda?

Suppongo assolva a due funzioni: prima, rendere la macchina più figa e anche più acquattata; seconda... fa da... mensola :-D

Sopra, infatti, vi si “poggia” la parte che include porta-targa, faretti e terminali di scarico.

Non garantisco invece sull’utilità aerodinamica: ma solo perché il fondo non è carenato...

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____________________

 

E veniamo alla Tuscan (MK1).

 

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Molti dettagli curiosi visti su Tamora sono presenti anche su Tuscan, ma qui c’è ancora più roba, ancora più strana. Moooooolto strana!

 

Guardiamo il muso: voluttuosamente scolpito…

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… il lungo cofano motore è composto da due parti: quella più arretrata - più vicina al parabrezza - non solo è amovibile, ma prosegue al di sotto della parte anteriore (e da essa nascosto), fino a comprendere due enormi fori circolari (che circondano le ventole del radiatore e ne incanalano il flusso lungo le due "gobbe invertite") e tre fori più piccoli con i tappi dei fluidi motore-radiatore-lavavetri; la parte anteriore, incernierata davanti, è invece quella principale: può essere aperta insieme a quella posteriore, o singolarmente (per i rabbocchi). Figo!

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Quello dei buchi circolari è un tema ricorrente nello stile, sia di carrozzeria, sia di abitacolo.

 

Ecco la calandra anteriore: un pezzo verniciato e modellato con una serie di semplici fori tondi, con un vago effetto “rasoio elettrico” (sì, cara Ferrari Roma: sei arrivata in ritardo, giusto vent’anni dopo! - si scherza eh! -).

 

E i tre faretti singoli per lato? Non una novità, ma così incapsulati e disposti in verticale, “a semaforo”, sono una rarità, se non un unicum! Anche se… (vedi nota finale)

 

E poi il posteriore: disegnato così bene, così pulito, levigato e scolpito, che i designer (nota 3) non hanno voluto rovinarlo con un vero e proprio “gruppo ottico”.

E allora?

Avranno pensato: “abbiamo tre “spot” per lato sul davanti... facciamo lo stesso dietro!!”

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E quindi ecco che in basso - molto in basso - piazzano:

a) faretto/stop + b) catadiottro + c) retromarcia/retronebbia.

Ottimo!...

“Un attimo!” dice qualcuno. “E le frecce?”

Dopo qualche grattatina in testa, viene partorita la folle soluzione (nota 3): due plafoniere con mini-LED all’interno dell’abitacolo dietro il lunotto (nota 4), una per lato, poste alla classica altezza del terzo stop ma lateralmente, che fungono da indicatori di direzione(note 5 e 6)!!!

(ved. foto esemplare nero qui sopra, che sta indicando di svoltare a destra --->)

 

nota 3: in corsivo, una ricostruzione romanzata e senza alcuna pretesa di aderenza al reale svolgimento dei fatti 😬

 

nota 4: il lunotto, in materiale leggero, è amovibile come il tettuccio, per una “targa” più “targa” delle altre “targa”, insomma... più aperta!

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nota 5: la più potente Tuscan S, montava uno spoiler in coda (ved. esemplare grigio perla qui sopra); e siccome una TVR deve essere strana in ogni dettaglio, si è pensato bene di inserire i catadiottri negli angoli dello spoiler; tutto qui? no! niente affatto! infatti eravamo in tema “frecce”; e allora... (torniamo con la fantasia nel reparto design) "siamo in TVR, dobbiamo fare roba strana: rimodelliamo tutto il posteriore! giusto per spostare a mezza altezza uno dei tre buchi in basso, e piazziamoci le frecce! (vale sempre la nota3)... e così la Tuscan S si ritrovava con un posteriore un po’ meno “pulito”, ma anche più coerente con il muso, avendo ora tre spot allineati verticalmente per ciascun lato anche dietro, come davanti.

 

nota 6: la Tuscan restyling (MK2), guadagnerà un normale terzo stop centrale (in realtà già presente negli ultimi esemplari della prima serie e nella "S") ma perderà le plafoniere/frecce laterali nel lunotto, per due motivi: primo, la nuova serie aveva al posteriore un nuovo gruppo ottico dove c’era finalmente posto anche per gli indicatori; secondo, la nuova serie era stata creata anche in versione cabrio, quindi le frecce nel lunotto proprio non potevano starci!

 

(continua...)

 

 

 

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(prosegue...)

 

Ecco la Tuscan MK2 (restyling):

 

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Curioso lo spoiler a onda, presente sia sulla versione liscia (sopra) sia sulla più potente S, dove era più grande.

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Sempre guardando il posteriore, che dire dei terminali di scarico totalmente a vista, che sembrano rubati a una motocicletta? Forse un richiamo al tipico - ma invisibile sotto la "pelle" - telaio a traliccio?

 

E veniamo agli interni:

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Partiamo dalla parte più curiosa, almeno ai miei occhi: la strumentazione, che è racchiusa nel piantone del volante, che a sua volta è un massiccio piantone sagomato e rivestito in pelle, che in prossimità del volante è incorniciato da un blocco di alluminio pregevolmente sagomato, che appunto racchiude: la strumentazione (mista analogica e digitale (nota7) ), alcune manopole, e, in basso, sotto il centro del volante, due fori: sono due bocchette dell’aria condizionata, con semisfere a fare da chiusura (o per orientare il flusso).

Questo pezzo è poi sovrastato da una sorta di palpebra, in realtà più un cupolino... a quattro zampe (strano eh?) rivestito in pelle o comunque in colore abbinato alla tappezzeria, su cui troviamo tre LED per i giri motore, per i cambi marcia.

Anche l’abbinamento tra alluminio e l’ottone del fondo strumentazione(nota7) è... inusuale a dir poco.

E lo stesso abbinamento si ritrova in tutto l’abitacolo: dovunque ci sia un pulsante o una manopola (di ottone (nota8) ) c’è sotto una piastrina sagomata di alluminio. E quelle manopole sul tunnel, ai due lati della leva del cambio? Sapete cosa sono?  Azionano gli alzavetri elettrici! Sì, avete capito bene! Manopole x i finestrini elettrici!

 

Ah! Una larga piastra di alluminio fa da base anche alla pedaliera da competizione.

 

nota 7: tre ulteriori dettagli curiosi della strumentazione: a) la lunga lancetta dello strumento principale, il tachigrafo, si muove "a scatti" di 2mph (come il movimento delle lancette di un prezioso orologio meccanico); b) il quadrante del tachigrafo è realizzato con una tecnica che in orologeria si chiama "sandwich" e l’esempio più famoso sono gli orologi di Officine Panerai: le cifre e le tacche sono incise, infatti numeri contenenti circoletti come "0" e "8" hanno le cifre realizzate col circoletto incompleto… non so se è chiaro; c) i due strumenti sotto il tachigrafo (temp. acqua e livello carburante) non hanno una lancetta, no, troppo banale: hanno una palpebra che copre le tacche "inutili"!; ovvero, a macchina fredda, la palpebra a sinistra copre interamente le tacche, scoprendole poi man mano che la temperatura aumenta; lo stesso per il carburante: quando la palpebra copre ormai tutte le tacche, tocca dirigersi verso un distributore!

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nota 8: un’altra curiosità: ho visto che alcuni esemplari avevano manopole e quadrante tutti in alluminio, anziché in ottone; dato che erano tutte auto del 2004, suppongo che sia dovuto o a un aggiornamento degli interni, o ad un’opzione alternativa, in ogni caso disponibile poco prima dell’uscita della MK2. 

 

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Aperte le portiere, poi, si può notare anche un altro dettaglio singolare: la struttura a sostegno della plancia, lasciata volutamente a vista (foto sotto, visibile a sinistra), in alluminio forato: ecco che torna il tema dei fori, come in tutte le bocchette di aerazione dell’abitacolo, che sono tutte dei semplici buchi (a proposito, ne troviamo uno… davanti alla leva del cambio! proprio al centro, in orizzontale in mezzo al tunnel!!!).

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Non meno interessante era la plancia della MK2: perdeva la scultura metallica davanti al volante, ma il disegno di tutta la plancia diventava simmetrico, e soprattutto, col motivo a doppia onda, portava negli interni le stesse forme di cofano motore e coda.

Eccone due esempi:

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Esiste anche un terzo tipo di plancia (ved. sotto): non chiedetemi il motivo (nota 9).

Sembra un ibrido, una via di mezzo tra la prima (con linee spartane e molti dettagli curiosi) e l’ultima (con linee avvolgenti e dettagli più "normali"): quest’altro tipo ha linee più simili al primo, ma con strumentazione semplificata (un unico piccolo display digitale) ma  rivestita interamente in pelle, senza la scenografica porzione in alluminio, ma con pregevoli cuciture a contrasto.

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nota 9: dopo lunghe ricerche e verifiche, ecco il motivo: la versione Targa ha la plancia da me definita ibrida e con strumentazione solo digitale; la Spider ha la plancia a doppia onda e con strumentazione tipo Tamora. E dire che non era difficile da capire… scusate…

Comunque anche questa è una particolarità: stessa auto, due plance differenti tra Targa e Spider!

 

 

(continua...)

 

 

 

Inviato
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(prosegue...)

 

E ora… Qualche curiosità sugli altri modelli in gamma! Vi va?

 

Griffith (quella di quegli anni ’90, non quella attuale!)

- montava i faretti posteriori della Opel Vectra prima serie, ma invertiti e ribaltati

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- nel finestrino anteriore c’era un elemento strano che poteva ricordare un deflettore, ma non lo era perché il finestrino era un unico cristallo; c’erano due listelli cromati, di cui uno (quello aderente al parabrezza) esterno al finestrino; l’altro invece, quello più verticale, era interno rispetto al cristallo; posso solo supporre che fungessero entrambi da guida nel movimento su/giù del cristallo; comunque… curioso!

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________________

 

Cerbera (derivata dalla spider coeva Chimaera) - la grossa, anzi... lunga, coupé 2+2 (o forse non proprio 2+2?? scopriamolo!!!!)

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- il nome non era del tutto errato come potrebbe sembrare: è vero, il mitologico Cerbero era un cane con tre (3) teste, mentre 2+2… fa quattro; ma… c’è un "ma": la plancia di Cerbera è come “scavata” dal lato passeggero (nota 10), di modo che il sedile di questo possa stare in posizione più avanzata rispetto al sedile del conducente; quindi, il terzo passeggero che siede dietro al passeggero anteriore, ha più spazio. Di qui la denominazione, in TVR, di 3+1 anziché 2+2. E allora il nome Cerbera calza a pennello! Non so voi, ma io ci trovo un po’ di… sano humor britannico!

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- a proposito di plancia, la strumentazione davanti al guidatore: quadro strumenti classico (normale!), ma nel piantone del volante, sotto il mozzo, ecco la particolarità: due strumenti ulteriori e una bocchetta d’aerazione del clima, al centro

 

nota 10: vedete quel tunnel che si arrampica sulla plancia lasciando davanti alla leva del cambio, tra tunnel e parafiamma, un grande spazio svuotatasche? qualcuno diceva che l’ha inventato Volvo  ahahahahahahahahahahah (scherzo eh!) e invece a quanto pare ci era arrivata molto prima la TVR, in questo caso creando quel vano in sostituzione del portaoggetti mancante davanti al passeggero (per il motivo visto prima)!

 

- il volante era a due razze (per non coprire alla vista gli strumenti sotto il mozzo) e aveva vari pulsanti, ma nulla a che vedere con l’odierno "infotainment": erano clacson, lampeggio abbaglianti, azionamento di pompa tergivetri e di spazzole!

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- molto ben camuffati (ved. foto sotto) da un cupolino fumé, i gruppi ottici posteriori sottostanti erano quelli della Fiesta 1989 (non fatemi intasare pure il topic "carryover" eh!) fino al restyling (dove si è passati ai faretti tondi singoli come sui modelli del nuovo decennio di cui vi ho parlato prima)

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- non so quanto siano lunghe in assoluto, le portiere, ma in proporzione al corpo vettura, credo che la Cerbera abbia gli sportelli più lunghi del pianeta!

 

(continua...)

 

 

Modificato da savio.79

 

 

 

Inviato
27 minuti fa, savio.79 scrive:

- nel finestrino anteriore c’era un elemento strano che poteva ricordare un deflettore, ma non lo era perché il finestrino era un unico cristallo; c’erano due listelli cromati, di cui uno (quello aderente al parabrezza) esterno al finestrino; l’altro invece, quello più verticale, era interno rispetto al cristallo; posso solo supporre che fungessero entrambi da guida nel movimento su/giù del cristallo; comunque… curioso!

 

a occhio direi che un listello funge da guida per il vetro (con doppio profilo), mentre l'altro è un elemento strutturale che serve sostanzialmente a dare rigidità.

 

(bel thread. non mi sono mai piaciute le TVR, ma di certo hanno un sacco di singolarità stilistiche).

Inviato
  • Autore

(NON prosegue...)

 

mi dispiace ma devo aver mandato in tilt i server :-D perchè non riesco più a caricare immagini.

Ci riproverò in seguito.

 

 

 

Inviato

Bellissimo thread. Mi hai fatto tornare in mente il periodo in cui volevo una tuscan a tutti i costi e mi ero salvato un sito meraviglioso che era mytuscan.co.uk

Sono corso a riapirlo e sembra morto.

Qui uno snapshot.

https://web.archive.org/web/20181222030554/http://mytuscan.co.uk/

2010 Morgan Aero Supersports | 2012 Aston Martin Vantage S Roadster | 1981 BMW R45

Inviato

Grazie per tutte queste particolarità, adoro le TVR sapevo che erano piuttosto eccentriche in alcuni particolari ma non immaginavo fossero così tanti.

La Griffith con i fari della Vectra è un pugno nell'occhio distruggono completamente la linea tondeggiante dell'auto.

Inviato
  • Autore
3 ore fa, Beckervdo scrive:

Hai evidenziato cose a cui non avevo mai posto attenzione.

Attendo la disamina sulla Sagaris :D

 

Ci sto provando ma non riesco a caricare immagini.

Riproverò domani.

 

 

 

 

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